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Alle ore 18.30 nella zona terrazza/bar del Teatro Romano di Fiesole si svolgerà l’incontro con Gianni Maroccolo, Andrea Chimenti e Antonio Aiazzi. L’intera giornata sarà ripresa per un docu-film per un doppio dvd su “Nulla è andato perso”che uscirà in autunno per l’etichetta fiorentina Contempo Records.
Coordina l’incontro Bruno Casini (ingresso libero)
Ore 21:30
“Nulla è andato perso” è il concerto concepito da Gianni Maroccolo per portare sul palcoscenico l’album “vdb23 / nulla è andato perso” da lui realizzato con Claudio Rocchi e pubblicato dopo la scomparsa del grande musicista e amico.
Posto numerato 18/16 € + d.p.
In origine, lo spettacolo è andato in scena nella prima metà del 2016, raccogliendo unanimi e sinceri consensi di critica e di pubblico. Nell’arco di ventitré date ha coperto quasi tutta la penisola, affiatando il gruppo costituitosi appositamente attorno al progetto: oltre a Gianni Maroccolo (basso, synth) che si sposta dalle retrovie al centro del palco, Andrea Chimenti (voce, pianoforte, chitarra), Antonio Aiazzi (tastiere, fisarmonica), Beppe Brotto (sitar, esraj, chitarre), Simone Filippi (batteria e percussioni). Oltre a loro, numerosissimi ospiti di rilievo hanno arricchito diversi concerti: Alessandra Celletti, Cristiano Godano, Francesco Magnelli, Ghigo Renzulli, Ginevra Di Marco, Vittorio Cosma e molti altri.
nulla è andato perso è stato replicato alcune volte nel 2017, dopo la pubblicazione dell’omonimo triplo LP dal vivo da parte di Contempo Records. L’album è stato dichiarato migliore disco del 2017 dalla rivista Classic Rock.
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4 luglio 2018 21:30
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Teatro Romano di Fiesole (FI)
Teatro Romano, Fiesole
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Stefano Bollani, dopo il grande successo di Carioca del 2007, torna al suo grande amore per le sonorità brasiliane con QUE BOM, disco e tour dall’estate 2018.Ma se Carioca rileggeva grandi temi brasiliani, QUE BOM, realizzato interamente nel cuore pulsante di Rio, è composto quasi interamente da brani inediti e originali di Bollani, che così racconta la genesi di questo nuovo, atteso progetto: “Avevo voglia di farmi circondare dalle percussioni perché il pianoforte fa parte della loro stessa tribù. Sono da sempre innamorato della musica brasiliana, che utilizza l’armonia del jazz sposandola con ritmi di origine africana. Quelli di Que Bom sono brani che ho scritto un po’ ovunque nel mondo, ma che guardano a quel sincretismo, al suono avvolgente delle percussioni brasiliane, a quella vitalità ed energia uniche”.
Ingresso: posti numerati
1° settore 35,00 + dp
2° settore 25,00 + dp
Accanto a lui in tour grandi rappresentanti della musica brasiliana come Jorge Helder al contrabbasso, Jurim Moreira alla batteria e Armando Marçal alle percussioni. Artisti molto amati da Bollani, che avevano già preso parte al progetto di Carioca e che qui sono in compagnia di un altro percussionista , il giovane e talentuosissimo Thiago da Serrinha.
Il disco QUE BOM si avvale anche della collaborazione di ospiti di pregio che hanno firmato alcuni brani. In primis Caetano Veloso – “la voce più straordinaria ed emozionante che ci sia” secondo Bollani – che interpreta in italiano ben due brani, uno suo dal titolo “Michelangelo Antonioni” e un inedito di Bollani “La nebbia a Napoli”. Un altro grande ospite, João Bosco – “energia pura che mi incanta sin da quando ero ragazzino” dichiara Bollani – canta la sua “Nação” e arricchiscono i suoni di QUE BOM altri due meravigliosi artisti brasiliani che hanno voluto partecipare al progetto: Hamilton de Holanda al mandolino, vecchia conoscenza di Bollani con cui ha inciso più di un progetto e un nuovo importante amico che invece suona con Stefano per la prima volta: Jaques Morelenbaum al violoncello.
Il legame tra Stefano Bollani e il Brasile è profondo e prezioso. Del 2007 è il grande successo dell’album e tour Carioca – che vendette più di 70.000 copie. Sempre nel 2007 il pianoforte a coda di Bollani suonò nel mezzo della favela di Pereira de Silva per un concerto evento di risonanza mondiale. Prima di lui era entrato a suonare il piano in una favela solo Antonio Carlos Jobim.
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10 luglio 2018 21:15
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Teatro Romano di Fiesole (FI)
Teatro Romano, Fiesole
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A tre anni di distanza dal celebrato “Come i Carnevali”, seguito dal tributo a Piero Ciampi uscito lo scorso anno, il cantautore livornese Bobo Rondelli tona con il nuovo album in studio dal nome “Anime Storte”, uscito ad ottobre 2017 sulla label The Cage con distribuzione Sony Music Italy.
Posto Numerato 18 € – ridotto prevendita 13 € + d.p.
Roberto Rondelli, cantautore, poeta, attore e performer, nasce il 18 marzo 1963 a Livorno, città che ispira da sempre la sua carriera artistica. Fin dagli inizi si cimenta nelle cover band dando vita al trio Les Bijoux, per poi formare gli Ottavo Padiglione (reparto di psichiatria dell’ospedale civile di Livorno), band che riscuote un discreto successo anche al di fuori della Toscana soprattutto grazie ai testi di Rondelli, introspettivi ed ironici, specchio di una cultura, quella toscana, che racchiude un modo di essere, cinico e spassionato. Il risultato è il singolo intitolato Ho Picchiato La Testa, prodotto da Pirelli, che impazza nelle radio e vende ben 30.000 copie. La vita artistica degli Ottavo Padiglione prosegue con una serie di dischi pubblicati da major fino al 1999-2000, quando la band si scioglie e Bobo inizia la sua carriera solista. Nel 2001, infatti, viene pubblicato Figli del nulla, un disco che esprime tutta la personalità di Bobo, seguito un anno dopo da Disperati intellettuali ubriaconi, prodotto e arrangiato da Stefano Bollani. Per la critica specializzata si tratta di un autentico successo. Molti giornali, fra i quali Il Corriere della Sera e La Repubblica, ne parlano con toni lodevoli ed è così che Bobo Rondelli vince, nel 2001, il Premio Ciampi per il miglior arrangiamento.
Negli anni successivi esce un best of degli Ottavo Padiglione e si dà alle colonne sonore di film quali Sud Side Stori di Roberta Torre di cui è il protagonista, e Andata e Ritorno di Alessandro Paci.
Seguirà un periodo di silenzio terminato nel 2009, anno della pubblicazione di Per Amor Del Cielo prodotto da Filippo Gatti, album che contiene nove brani caratterizzati dall’intimismo di una persona che ha fatto della riflessione uno stile di vita.
Nel 2015 esce il disco “Come i Carnevali” per Picicca dischi e seguirà un lungo e continuo tour in italia e all’estero. Il labronico Bobo Rondelli cavalca l’onda del suo momento magico, che lo ha da poco portato ad esibirsi nella Grande Mela e in un’applauditissima performance sul palco del Premio Tenco, annuncia l’uscita di un album tributo a Piero Ciampi. Coronamento di una serie di spettacoli che Bobo sta portando a giro da un po’ di tempo dal nome “Ciampi ve lo faccio vedere io”, il giorno 19 dicembre questo nuovo lavoro uscirà come allegato al quotidiano il Tirreno e vedrà ufficialmente la luce a inizio 2016. Il disco è stato registrato live il 19 novembre scorso presso il Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno all’interno del Premio Ciampi Città di Livorno 2015
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13 luglio 2018 21:30
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Teatro Romano di Fiesole (FI)
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Marialy Pacheco: pianoforte
Joo Kraus: tromba
I critici jazz dicono: “Suona musica classica, ama il blues, Monk e Ellington ed è swings come il diavolo!” Marialy Pacheco suona in modo sorprendente. Nella sua musica ci sono Cuba e i Caraibi ma chi si aspetta un gusto di salsa si sbaglia. Marialy Pacheco ha uno stile percussivo che richiama subito alla mente Keith Jarrett e le linee melodiose di Oscar Peterson.
Posto Numerato € 15/13 + d.p
Pianista affascinante e sorprendente, passa dal percussivo allo swing con una delicatezza del tocco che crea profondità e piacere frizzante allo stesso tempo.
Non stupisce che sia stata la prima donna a vincere il prestigioso Montreaux Jazz Piano Competition e la prima pianista jazz del mondo ad essere nominata ufficialmente “Bösendorfer Artist”. I suoi concerti sono concepiti intorno alle sue stesse composizioni e ad arrangiamenti di opere di compositori cubani come Eliseo Grenet e Ernesto Lecuona.
Ha conosciuto il trombettista Joo Kraus per caso. Lui viene da un altro universo jazz: funkjazz e musica da club. A 19 anni ha vinto il primo premio alla German National Competition “Jugend Musiziert” e nei primi anni Novanta ha fondato il famoso duo hip-hop “Tab Two” con il bassista Helmuth Hattler. L’utilizzo degli effetti programmati con il computer è stata una svolta in quegli anni, in particolar modo per il jazz.
Joo Kraus ha prodotto, tra gli altri, un album a L’Avana ispirato ai ritmi cubani dal titolo “Sueño” e ha arrangiato dei brani di Michael Jackson in chiave jazz come sofisticato omaggio al re del Pop. Ha ricevuto il premio Echo Jazz come miglior trombettista nel 2013 e il suo sesto German Jazz Award per l’album in solo “Public Jazz Lounge”.
Marialy Pacheco e Joo Kraus, un incontro musicale con esplosione e implosione allo stesso tempo: introverso – giocoso, espressivo – brillante.
Dalle parole di Marialy: “Questa combinazione unica crea un suono nuovo e fresco, il risultato della miscela fra musica tradizionale cubana, ritmi afro-cubani, jazz contemporaneo e sonorità dei migliori club d’Europa.”
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14 luglio 2018 21:30
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Teatro Romano di Fiesole (FI)
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Simphiwe Dana: voce
Themba Mokoena: chitarra
Tebogo Patience Sedumedi: basso
Thandi Ntuli: tastiere
Nozipho Mnguni: batteria
Nontobeko Luzipo: voce
Mercy Meruti: voce
Simphiwe Dana è una delle cantanti Xhosa più espressive, conosciuta in tutto il mondo per la sua affascinante abilità vocale. Cresciuta nella zona rurale dell’Eastern Cape, Sud Africa, è acclamata da molti come la nuova Miriam Makeba. Definisce il suo stile come “Modern African Soul”. I testi delle sue canzoni contengono l’importanza della tradizione, la lotta per la propria affermazione e per la libertà, soprattutto femminile. Da sempre sostenitrice dell’uguaglianza e della dignità del popolo africano è una fonte d’ispirazione per le nuove generazioni.
Posto Unico: 14,30/16,50 € + d.p
Nonostante la giovane età, Simphiwe è promotrice di nuove politiche per lo sviluppo del proprio paese ed è già stata l’ispirazione per un gruppo di giovani attivisti africani che puntano ad accendere, attraverso l’arte, una luce di speranza su un continente a lungo sfruttato.
Con il suo album di debutto Zandisile, uscito nel 2004, si afferma nel mercato discografico sudafricano, mentre il suo secondo lavoro discografico, The One Love Movement on the Bantu Biko Street, viene premiato con quattro South Aftrican Music Award. Nel 2010 il suo Kulture Noir, grazie anche al successo dei tour legati ai precedenti album, entra in prima posizione nella German World Music Charts e in terza posizione nelle classifiche europee.
Nel 2014 rientra nelle classifiche con Firebrand, il suo quarto album. La sua musica entra nei programmi di università prestigiose come la Oxford University in Inghilterra e di altre istituzioni accademiche.
Nel 2015 viene proclamata prima Ambasciatrice Africana per Amnesty International, ma è anche coordinatrice dell’African Unions (AU) Africa re imagined Creative Hub (ARCH) e ambasciatrice del Primestars 2015 STEP UP 2 A START UP, programma su base nazionale che insegna agli studenti delle scuole superiori come diventare imprenditori di successo.
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15 luglio 2018 21:30 - 23:40
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Camilla Battaglia e Costanza Alegiani: voci;
Mattia Feliciani e Simone Alessandrini: sax;
Giacomo Tantillo e Francesco Fratini: tromba;
Michele Fortunato: trombone;
Federico Zaltron: violino;
Manuel Magrini: pianoforte;
Massimo Imperatore: chitarra;
Enrico Smiderle: batteria;
Paolo Damiani: contrabbasso e direzione;
L’orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti (ONJGT) rappresenta un formidabile spaccato di giovani musicisti che si cimenteranno con un repertorio a cui hanno contribuito grandi voci della scena nazionale contemporanea. L’organico sarà diretto dal contrabbassista, violoncellista e compositore Paolo Damiani. La band comprende 11 talenti tra i migliori emersi in Italia negli ultimi anni e presenta un organico inusuale, che propone anche due voci femminili e un violino, oltre ai fiati e alla sezione ritmica. Si tratta di un ensemble di solisti che opera in un contesto poetico non tradizionale, ma legato alla policulturalità del jazz contemporaneo. Il progetto è sostenuto dal MIBACT
Grazie alla collaborazione nata fra Music Pool e Liceo Musicale Dante di Firenze, in apertura:
LICEO DANTE JAZZ ENSEMBLE
Anna Boso, voce
Viola Volpi, voce
Matteo Fagioli, sax
Alessandro Scerbo, trombone
Amedeo Verniani, contrabbasso
Riccardo Viciani, pianoforte
Dario Boschi, batteria
Francesco Toninelli, vibrafono
Paolo Damiani, che dirige e indirizza culturalmente l’ONJGT, è un musicista di grande progettualità, che ha sviluppato un linguaggio jazzistico originale ed europeo, distinguendosi per la capacità di far vivere l’estetica del jazz in contesti differenti da quelli tradizionali che, nell’ambito orchestrale, l’hanno visto protagonista sia nell’Italian Instabile orchestra che, come direttore, nell’Orchestre National De Jazz francese.
L’orchestra ha debuttato l’11 ottobre 2014 a Firenze, al Teatro Puccini: nella versione iniziale l’orchestra comprendeva 26 musicisti: in questo nuovo progetto della CASA DEL JAZZ si è deciso di ridurre l’organico a 11 musicisti tutti under 35, scelti tra i migliori tra quelli selezionati tre anni fa, ed integrato con tre neolaureati del Dipartimento jazz del Conservatorio S. Cecilia , diretto da Damiani.(La Casa del Jazz e il Conservatorio di Santa Cecilia hanno firmato il 31/3/2015 un protocollo d’intesa per realizzare insieme una serie di eventi sia concertistici che didattici )
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18 luglio 2018 21:30
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Massimo Martellotta: chitarre, lapsteel
Enrico Gabrielli: organi, pianoforte e fiati
Fabio Rondanini: batteria
Luca Cavina: basso elettrico
A dieci anni dal loro esordio Calibro 35 hanno pubblicato il sesto album in studio. “Decade”, uscito il 9 febbraio per la label milanese Record Kicks, più che una celebrazione è una time capsule, in cui la band ha inserito tutti gli elementi di cui si è composta la sua storia finora, per volgere lo sguardo in avanti. Una delle poche band indipendenti italiane ad aver costruito un percorso progressivo e duraturo in ambito internazionale, i Calibro – guidati dal vincitore di un Grammy Tommaso Colliva – hanno mosso passi in molti campi e declinato il proprio stile, ormai riconoscibilissimo, su diverse forme di espressione musicale: non solo dischi e moltissimi live, ma anche colonne sonore, produzioni tv, sonorizzazioni, library music, libri e spettacoli teatrali.
Posto Numerato 20 € – ridotto prevendita 15 € + d.p.
Per la prima volta su questo disco Calibro 35 hanno allargato anche alla fase di registrazione di un intero album la propria formazione ad una piccola orchestra composta da archi, fiati e percussioni: al fianco della classica band a quattro di Cavina, Gabrielli, Martellotta e Rondanini troviamo infatti gli Esecutori di Metallo su Carta, ensemble fondato dallo stesso Enrico Gabrielli con Sebastiano De Gennaro. Insieme a questo importante elemento di novità, troviamo – oltre alla strumentazione vintage a cui Calibro ci hanno progressivamente abituato come clavinet, farfisa, synth analogici, eko e chitarre fuzz – una serie di elementi nuovi come Dan Bau, Balafon e Waterphone.
Ne è venuta fuori una creatura strana e atemporale simile alle avanguardie architettoniche degli anni ’70 come SuperStudio e ArchiZoom, non a caso omaggiati nei titoli e nella copertina del disco. Movimenti che esploravano modi diversi di osservare la realtà per creare soluzioni alternative a problemi comuni, riuscendo ad esprimersi in un linguaggio unico e personale ma comunque comprensibile e POP. Dal punto di vista delle influenze musicali ritroviamo il crime-funk alla Calibro 35 perfezionato, esploso, espanso (“SuperStudio”), individuiamo le figure dei grandi compositori come Morricone (nella finale struggente “Travelers”), Bacalov e David Axelrod, affiancati alle influenze afrobeat e cosmic jazz: “Psycheground” suona come Tony Allen impegnato a scrivere la colonna sonora di una produzione vintage hollywoodiana, mentre Sun Ra si nasconde tra le pieghe ipnotiche di “Modo”.
Anche grazie alla compagine allargata che ha costretto la band a confrontarsi con nuovi metodi compositivi, con “Decade” Calibro 35 si giocano definitivamente e ad armi pari la partita tra le grandi realtà mondiali di musica strumentale, band aperte a influenze musicali di ogni latitudine, impegnate in una sperimentazione godibile, espressiva e appassionata. I riferimenti spaziano da quelli di collettivi più affini per identità come Jaga Jazzist e Budos Band (“Pragma”) ad artisti della nuova scena di jazz e hip hop alternativo come Makaya McCraven, Yussef Kamaal e Oddisee (“Modulor”). Dopo essere stati campionati da Jay-Z e Dr. Dre, aver condiviso il palco con artisti come Muse, Sharon Jones, Sun Ra Arkestra e Thundercat, aver dato nuova vita a un importante filone di genere della tradizione musicale italiana ed esplorato lo spazio, i Calibro si aprono definitivamente a una contemporaneità che non ha barriere geografiche, grazie a un istinto artistico che
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20 luglio 2018 21:30
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